Come avevo scritto in un post precedente, ecco le pettole, la delizia con cui a Taranto si dà il via alle feste di Natale.
La cosa bella delle pettole,oltre al fatto di essere buonissime, e che una non è uguale all’altra, sono tutte diverse.
Possono essere apprezzate in vari modi ( inzuppate nel vincotto, impastate con acciughe o filetti di baccalà oppure i “trasgressivi” le servono intinte nella Nutella…) , ma la tradizione vuole che siano servite semplicemente calde e accompagnate al massimo da una spolverata di zucchero.
Ci sono miriadi di storie riguardo alla loro nascita ma a me hanno sempre raccontato che hanno avuto origine la notte dell 22 novembre del 1200 circa, quando una povera donna tarantina stava preparando il pane. Sentì, all’improvviso, dei rumori provenire dall’esterno e quando uscì per vedere cosa stesse accadendo, vide San Francesco. Stupita e assolutamente rapita dalla visione, dimenticò l’impasto. Una volta rientrata in casa vide che l’impasto era cresciuto troppo ed era diventato inutilizzabile. Presa dalla disperazione e dalla rabbia, spezzò l’impasto in tanti pezzetti e lo gettò nell’olio bollente. Allora vide che la pasta cominciava a gonfiarsi, a dorarsi e ad assumere forme strane e così potè sfamare i suoi figli.
La ricetta delle pettole è questa:
INGREDIENTI:
1 kg di farina
Acqua calda
2 cubetti di lievito
Sale
Olio EVO
In una ciotola molto capiente impastate a lungo e con forza la farina con il lievito sbriciolato, il sale e l’acqua calda necessaria ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Coprite con una coperta di lana e fate riposare almeno un’ora.
Scaldate l’olio in una padella larga e profonda e, con l’aiuto di un cucchiaio, versate dei pezzi di impasto.
Quando saranno dorate, scolatele e mettetele in un piatto coperto di carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso. Servite le pettole calde coperte di zucchero, miele o vincotto.
Per la variante salate unite all'impasto filetti di baccalà o acciughe tagliati a dadini.
Non conoscevo questa ricetta, sono golosissime! Un abbraccio SILVIA
RispondiEliminaciao Rosi, mi piacerebbe sapere quanta acqua pressapoco ci metti perottenere l'impasto giusto. Mia madre le faceva sempre per l'Immacolata quando eravamo piccolini. Mi piacerebbe farle, io stranamente non ho mai pensato di farmelo dire da lei...Sono rimaste nei miei ricordi più belli e dolci di un tempo lontano. Ti auguro un buon fine settimana Maria Grazia
RispondiEliminabuone le pettole, le fa sempre la mamma di una mia amica
RispondiEliminaLe pettole la mia mamma per tradizione le faceva il giorno dell'Immacolata ed io continuo la sua tradizione!Con le pettole si sente l'aria natalizia, ci si riunisce tutti insieme e si gustano queste frittelline dolci! Brava, mi hai fatto venire un pò di ricordi con le pettole!Ciao e buon fine settimana!
RispondiEliminaA natale a casa di mia madre le pettole sono immancabili (io sono di origini lucane), le adoro, però io non le ho mai fatte, chissà perchè aspetto sempre di andare dai miei per mangiarle. Le tue sono proprio ugualissime alle sue....Un bacione
RispondiElimina@sississima: sono davvero golosissime! Quando ci sono, non riesco a smettere di mangiarle...
RispondiElimina@mariagrazia: io su un kg di farina uso circa 250g di acqua calda da aggiungere a filo e poi mentre impasto mi regolo se aggiungerne altra.
@mafalda: eh si sono proprio buone...
@molly: io durante il periodo natalizio le preparo spesso e volentieri. Spero di averti fatto tornare in mente dei bei ricordi...
@donatella: anche io aspettavo sempre che le facesse mia madre per mangiarle ma poi mi sono detta : perchè non provare a farle? Pensavo fosse più difficile da fare...